Quando il welfare è collaborativo

Quando il welfare è collaborativo

Per rispondere con nuovi servizi al bisogno di benessere e di socialità delle persone, una delle soluzioni contemporanee è il “welfare collaborativo”, chiamato così perché i servizi si basano sulla reciprocità. Il donatore e il ricevente sono entrambi parte attiva e contribuiscono a creare valore in termini di crescita individuale e collettiva. Viene definito anche “welfare generativo” perché le risorse investite ne innescano altre che creano ulteriore valore, oppure “welfare di comunità” per sottolineare come i cittadini partecipino alla costruzione dei servizi.

Tutte queste forme si differenziano dal welfare tradizionale, che prevede la presenza di un soggetto pubblico o privato che mette in campo servizi e risorse: nel caso del welfare pubblico è lo Stato a garantire i servizi ai cittadini, mentre nel welfare aziendale i servizi sono attivati dall’impresa a favore dei propri dipendenti.

“Welfare Bene Comune”

Esistono anche casi in cui tutti questi soggetti si mettono insieme per coordinare e ottimizzare servizi a favore della comunità. Un progetto interessante è “Welfare Bene Comune”, un’iniziativa attivata da alcuni comuni della provincia di Padova che ha previsto la realizzazione di una piattaforma tramite la quale vengono offerti beni e servizi (medici, psicologici, di promozione e assistenza sociale), integrando il welfare pubblico con quello aziendale e territoriale. Proprio nei primi mesi del 2020, la piattaforma si è attivata per fornire servizi sanitari e informativi per soddisfare i bisogni nati a causa della pandemia da coronavirus Covid-19.

Per approfondire l’argomento un sito in continuo aggiornamento è quello dell’Osservatorio Internazionale per la Coesione e l’Inclusione Sociale. L’Osservatorio si propone anche come laboratorio di idee per il rafforzamento della coesione sociale in Italia e all’estero.

Un altro sito interessante è quello di AICCON, centro studi per la promozione della cultura della cooperazione promosso dall’Università di Bologna. Tra le diverse pubblicazioni realizzate c’è anche il volume “L’economia della Coesione nell’era della vulnerabilità”, che raccoglie le relazioni presentate nella XV edizione de “Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile”.

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