Professioni “rinnovabili”


La transizione energetica richiede soluzioni innovative in tutti i settori e persone con le competenze per progettarle e implementarle. Secondo l’analisi realizzata da Rff-Cmcc european institute on economics and the environment (Eiee) il passaggio a fonti energetiche rinnovabili porterà gli attuali 18 milioni di posti di lavoro nel settore energetico a 26 milioni nei prossimi 30 anni.
La totalità dei posti di lavoro del comparto energetico sarà per l’84% nel settore delle energie rinnovabili, l’11% in quello dei combustibili fossili e il 5% nel nucleare.
Naturalmente saranno molto richieste figure professionali come l’energy manager, il tecnico installatore di pannelli solari, il tecnico per turbine eoliche, l’esperto nel settore dei veicoli elettrici etc.
Chi è l’energy manager?
Una figura chiave per la transizione energetica è l’Energy Manager, introdotto in Italia per alcune realtà con una legge del 1991. Questo professionista controlla e gestisce l’efficienza energetica di un’organizzazione, implementa le misure di conservazione, controlla il consumo di energia e cerca opportunità per aumentare l’efficienza energetica. Un ruolo che richiede competenze tecniche, manageriali, legislative ma anche di comunicazione.
Secondo l’International energy agency (IEA) nel 2050 l’eolico e il solare fotovoltaico rappresenteranno insieme quasi il 70% della produzione totale di elettricità. Serviranno quindi professionalità in grado di progettare, installare e garantire il corretto funzionamento e la manutenzione di questi impianti.
E in generale il mercato del lavoro chiederà l’integrazione delle tematiche ambientali nell’ambito di tutte le professioni. Una priorità per il mondo della formazione, non solo di livello universitario.