L’uso della tecnologia tra luci e ombre. Uno sguardo all’Italia
Lo sviluppo tecnologico, soprattutto digitale, ha avuto un forte impatto in questo ultimo anno e le persone costrette a casa hanno cambiato la percezione sull’utilità della tecnologia.
Secondo il 54° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese nel 2020, quasi 43 milioni di persone maggiorenni (tra queste, almeno 3 milioni di nuovi utenti) sono rimaste in contatto con amici e parenti grazie ai sistemi di videochiamata. Sono anche aumentate le videoconferenze e in generale è cresciuto l’uso di Internet da parte di chi era già connesso. Il lockdown ha quindi incrementato l’utilizzo della rete da parte dei soggetti già esperti e generato nuovi utenti. Ma almeno un quarto della popolazione a un certo punto è andata in sofferenza: persino i più giovani, dopo un iniziale entusiasmo nell’uso dei sistemi di comunicazione digitale, si sono stancati di fare e ricevere videochiamate.
Non bisogna dimenticare che durante il lockdown oltre 3,5 milioni di famiglie italiane (il 14,8%), prive di device tecnologici, sono rimaste totalmente isolate, sperimentando un vero distanziamento sociale.
I cambiamenti imposti dalla pandemia hanno comunque avuto l’effetto di imprimere un’accelerazione nel processo di alfabetizzazione digitale del Paese. Conferme di questo trend arrivano anche dal Terzo Rapporto Auditel-Censis L’Italia post lockdown: la nuova normalità digitale delle famiglie italiane. Secondo lo studio sono cresciute dell’1,4% le famiglie connesse, è migliorata la qualità della connessione e 11 milioni e 800mila famiglie (il 48,6% del totale, composte da 32 milioni e 800mila individui, il 54,3% degli italiani) hanno svolto almeno un’attività online durante il lockdown (per 8 milioni e 200mila famiglie e 24 milioni e 300mila individui era la prima volta).
Un’accelerazione che ha lasciato però ai blocchi di partenza le famiglie con i redditi più bassi e i grandi anziani senza conoscenze tecnologiche.