Il lavoro non è più quello di una volta
Numerose ricerche su come cambierà il lavoro nei prossimi anni grazie alle nuove tecnologie e ai modelli organizzativi che ne derivano (tra le altre i report del McKinsey Global Institute), concordano su almeno due punti: uno che la maggior parte dei bambini che frequentano oggi la scuola primaria farà un lavoro che non esiste ancora, l’altro che nei prossimi anni ci saranno grandi opportunità per chi ha skill in ambito digitale e conoscenze approfondite in tema di sostenibilità ambientale. Proprio perché il paradigma economico è cambiato (più digitalizzazione di prodotti e processi e, nel contempo, più attenzione all’utilizzo delle risorse) saranno necessarie nuove competenze.
Il lavoro si fa smart.
Se è vero che sta cambiando la richiesta di profili professionali è altrettanto vero che si modifica il modo stesso di lavorare: per esempio, cresce lo smart working, chiamato anche lavoro agile, grazie al quale le persone possono lavorare in maggior autonomia. Parallelamente si registra la diffusione, anche se per ora ci sono solo timidi segnali, di nuovi modelli organizzativi che in parte sono dettati dalle nuove tecnologie e in parte da un nuovo modello culturale.
Parola di Frederic Laloux
Frederic Laloux, consulente strategico che offre supporto ai leader aziendali che vogliono esplorare nuovi modi di gestire le organizzazioni, descrive un cambio del paradigma dominante: il focus starebbe passando dall’organizzazione alla persona e nel nuovo contesto il perseguimento di riconoscimento, successo e ricchezza sarebbero meno importanti rispetto alla possibilità di avere una buona vita.
Una rivoluzione tutta umana.
Nel suo libro “Reinventare le organizzazioni” Laloux mostra come ogni volta che l’uomo è passato a un nuovo stadio di consapevolezza ha prodotto anche nuovi modi di collaborare e organizzare le proprie attività. L’autore passa in rassegna i paradigmi organizzativi che hanno caratterizzato la storia dell’umanità e illustra i principi chiave delle organizzazioni del futuro: valorizzazione della persona nella sua pienezza, adozione di forme avanzate di autogestione e auto-organizzazione, presenza di uno scopo aziendale evolutivo condiviso. Sono quelle che l’autore chiama «organizzazioni Teal» (blu, color foglia del tè, in inglese, avendo Laloux usato i colori per identificare i vari stadi): un modo radicalmente più umano di gestire le organizzazioni delle quali offre anche alcuni esempi tratti da aziende profit e non profit, scuole, ospedali. Un libro ricco di spunti di riflessione per cercare di capire un po’ di più il nostro tempo.