Breve storia della plastica
La ricerca dell’uomo di materie “plastiche” ha un’origine molto antica: gli studiosi ci dicono che già dal 2000 a.C. venivano utilizzati polimeri naturali come creta, argilla e cera per costruire oggetti facilmente modellabili e adatti all’uso domestico.
La storia della plastica come la conosciamo oggi inizia invece nel 1862, quando Alexander Parkes presenta all’esposizione di Londra la prima resina a base di cellulosa, un materiale plastico brevettato subito utilizzato per costruire scatole, manici, oggetti pieghevoli e indumenti.
Un passo in avanti viene fatto poi nel 1870 quando i fratelli Hyatt, cercando un materiale per sostituire l’avorio con cui erano realizzate le palle da biliardo, brevettano il nitrato di cellulosa, la prima forma di celluloide che riscuote un grande successo anche negli studi dentistici, dove venne utilizzata per realizzare le impronte dentali.
La plastica nel Novecento
Nel ‘900 la plastica inizia a farsi conoscere soprattutto grazie alla nascita della celluloide vera e propria, usata come componente degli aeroplani e per le pellicole del cinema.
Nel 1907 è la volta di Leo Baekeland, chimico belga, che sintetizza la bakelite, materia plastica particolarmente robusta utilizzata per la produzione di telefoni e radio, mentre il primo foglio di cellophane viene creato nel 1908 dal chimico svizzero Jacques Edwin Brandenberger.
Negli anni ’30 si assiste a un vero e proprio boom delle materie plastiche con l’invenzione del PVC a cui seguono il plexiglass e la fòrmica per la produzione di piani di lavoro e banchi di scuola. Il passo successivo si compie con la melamina, utilizzata per la fabbricazione delle prime stoviglie infrangibili, e il nylon, con cui si realizzano le calze da donna e i paracadute.
La plastica entra poi ancora più massicciamente nella vita quotidiana delle persone negli anni’60 quando, grazie alla versatilità e al basso costo, diventa una componente di abiti, tende, utensili, giocattoli ed elettrodomestici. Il materiale più diffuso è il moplen, leggero, resistente, flessibile, alla cui realizzazione partecipa anche Giulio Natta, ingegnere chimico italiano, che vince il premio Nobel nel 1973. Molti oggetti di uso domestico iniziano a essere fatti di plastica e questo materiale si afferma anche nell’ambito della moda e dell’arte, arrivando a diventare il simbolo di uno stile di vita moderno.
La svolta
Nel tempo, la plastica diventa il principale materiale con cui sono fatti gli oggetti usa e getta.
Una svolta legata all’impresa DuPont che nel 1967 mette sul mercato la prima bottiglia in plastica per le bevande gassate.
È un passaggio “epocale”: si passa dal “vuoto a rendere” al “vuoto a perdere”.
E’ il trionfo dell’era della plastica. Un mutamento anche antropologico.