Una rigenerazione a misura d’uomo


Rigenerare uno spazio urbano significa dare ai luoghi già esistenti una lettura inedita non solo dal punto di vista architettonico, ma anche secondo prospettive economiche, sociali e culturali che implicano, nelle attività di recupero e rivalorizzazione, nuovi standard di benessere psicofisico, di vivibilità pubblica, di tutela della biodiversità e mitigazione del microclima.
In questo quadro tra gli strumenti cui le città e i grandi conglomerati urbani fanno ricorso ci sono i progetti di riforestazione urbana, ovvero interventi di piantumazione su ampia scala per proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi nella città. In questa pratica rientrano spesso anche la creazione di nuovi parchi e giardini, la trasformazione dei tetti delle città in prati e orti urbani, l’uso delle radici degli alberi per bonificare i suoli inquinati e lo sviluppo di foreste orbitali e boschi intorno alle aree cittadine.
Fra le testimonianze l’intervento in Italia di forestazione urbana presso il Parco Stura di Torino, i dieci parchi nati in Thailandia, a Bangkok, per ripristinare la biodiversità in pericolo con specie autoctone, il rimboschimento in Perù di alcune aree limitrofe alla città di Lima per stabilizzare il terreno e i 54 milioni di alberi piantati in Cina, a Pechino, nell’ambito del Forest City Program. Obiettivo, quest’ultimo, a cui aspira anche “Forestami”, il progetto ambientale e territoriale di Milano, che, per migliorare la qualità dell’aria e degli spazi verdi, prevede di piantare un albero per ogni persona residente nella Città Metropolitana entro il 2030.
Una rigenerazione, appunto, a misura d’uomo, con cui dare slancio alla sostenibilità ambientale e sociale dei luoghi. Con lo scopo di raggiungere un livello di qualità della vita maggiormente centrato sull’equilibrio tra esigenze sociali e ambientali.