Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia


A inizio marzo è stata presentata la seconda edizione del Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia estesa dal Comitato per il Capitale Naturale (CCN) presieduto dal Ministro dellìAmbiente e composto da 10 Ministri, dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), dalla Conferenza delle Regioni, da 5 Istituti pubblici di Ricerca e da 9 esperti della materia. Potete leggere l’intero rapporto a questo link: www.minambiente.it/comunicati/il-secondo-rapporto-sullo-stato-del-capitale-naturale-italia
Verso una nuova metodologia.
In questa nuova edizione del Rapporto si legge l’impegno dei vari attori per rafforzare l’azione di sensibilizzazione sul tema del Capitale Naturale e la sua integrazione nei processi decisionali politici. Inoltre grazie ad una maggiore sinergia tra PA, esperti, centri di ricerca nazionali ed internazionali, sono stati fatti progressi in termini di arricchimento dei fattori di analisi, di miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, di definizione di un percorso metodologico per attribuire una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal Capitale Naturale.
I valori della cooperazione.
Nel Rapporto vengono approfonditi alcuni dei principali elementi di pressione sugli asset del Capitale Naturale. Particolare attenzione è dedicata all’impatto dei cambiamenti climatici sulla capacità degli ecosistemi di continuare a garantire servizi ecosistemici, anche attraverso dei focus su criticità ambientali di grande attualità quali gli incendi e la siccità, il consumo di suolo, la frammentazione degli ecosistemi naturali. I valori monetari ottenuti, che verranno migliorati nelle prossime edizioni, aprono una prospettiva importante per valutare il Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale come quello Culturale. Il Comitato per il Capitale Naturale propone alcune raccomandazioni per assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi tracciati dall’Agenda 2030 per una crescita sostenibile.