Una leva forte per la promozione di uno sviluppo più responsabile è la finanza sostenibile, quella i cui prodotti e le cui decisioni di investimento prendono in considerazione fattori di tipo ambientale, sociale e di governance delle società. Un tema al quale l’Unione Europea negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione, a partire, ad esempio, dall’introduzione di un sistema di classificazione – la Tassonomia per le attività sostenibili – destinato a fornire a imprese e investitori una definizione certa e comune di ciò che può rientrare nel perimetro della sostenibilità.
Rendere più trasparenti le informazioni non finanziarie (in particolare quelle relative ai benefici sociali prodotti), sviluppare standard ufficiali, favorire l’integrazione dei fattori ESG nella governance per migliorare la comprensione e la gestione dei rischi climatici e ambientali sono alcuni degli obiettivi perseguiti. Un lavoro importante anche per incrementare la trasparenza del mercato e favorire la mobilitazione di risorse private per finanziare la crescita sostenibile.
Per capire meglio l’evoluzione di questo settore così complesso Soft&Green ha intervistato Francesco Bicciato, Direttore del Forum per la Finanza Sostenibile, un’associazione italiana che da anni promuove la necessità di includere criteri ambientali, sociali e di governance nei prodotti e nei processi finanziari.
La riflessione prosegue con alcuni dati sulla crescita degli investimenti sostenibili, sulla necessità di migliorare il livello di alfabetizzazione finanziaria delle persone, sul ruolo delle imprese ma anche dei singoli cittadini che scelgono di investire in modo più responsabile rispetto al passato.