Bioplastiche, una soluzione per il futuro?

Bioplastiche, una soluzione per il futuro?

Oggi si parla di bioplastiche come di una novità, ma non è così.
Fin dagli anni ’30, prima di utilizzare monomeri derivati dalla raffinazione del petrolio, alcuni oggetti erano prodotti con polimeri bio-based. Ma cosa sono le bioplastiche?

Le bioplastiche sono classificate in tre tipologie:
– possono derivare parzialmente o interamente da biomassa e non essere biodegradabili (per esempio bio-PE, bio-PP, bio-PET);
– derivare interamente da materie prime non rinnovabili ed essere biodegradabili (come PBAT, PCL, PBS);
– derivare parzialmente o interamente da biomassa ed essere biodegradabili (come PLA, PHA, PHB, plastiche a base di amido).

Oggi, la maggior parte delle bioplastiche proviene dalla biomassa, con alcuni vantaggi e svantaggi: se da un lato, infatti, ciò consente di ridurre l’impiego di combustibili fossili con benefici per la salute e per il clima, dall’altro comporta consumo di suolo, che potrebbe essere destinato ad altre colture. Inoltre va considerato che i costi di produzione sono a oggi più elevati rispetto alle plastiche convenzionali.
Le bioplastiche rappresentano comunque un passo in avanti nella ricerca di soluzioni per la salvaguardia del pianeta, anche se forse non sono ancora quella ottimale.

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