Ascoltare il Pianeta


Intervista a Isabella Pratesi*, International Conservation Director WWF
Da tempo il WWF sostiene che esiste un rapporto significativo tra cambiamenti climatici, deforestazione, igiene ed epidemie: ci sintetizza il pensiero della sua associazione?
Clima ed ecosistemi sono strettamente connessi alla nostra vita e al nostro benessere: la modifica di un ecosistema crea infatti molti rischi per la nostra salute. Bisogna ricordare che il 60% delle malattie emergenti sono zoonotiche, passano cioè dall’animale all’uomo con quello che viene definito “spillover” ossia il passaggio da una specie ospite a un’altra. Malattie come Ebola, SARS, Dengue e oggi il Covid-19, non sono eventi casuali ma la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali. La perdita di habitat, la deforestazione, il commercio di animali selvatici, la distruzione della biodiversità e l’alterazione del clima del Pianeta hanno creato le condizioni favorevoli alla diffusione di queste malattie. Ogni attacco dell’uomo a un ecosistema è come gettare un cerino in una polveriera perché modifica anche virus e batteri.
La distruzione degli ecosistemi e la perdita di natura sono sempre più preoccupanti. Cosa si potrebbe fare nel breve termine per ridurre il problema?
La prima risposta è ridurre il nostro impatto: dobbiamo cambiare il modo di consumare, ripensare la mobilità, rivedere in una logica nuova i processi produttivi. I dati delle Nazioni Unite sono chiari: l’uomo ha alterato il 75% degli ecosistemi terrestri e il 66% di quelli marini e circa un milione di specie animali e vegetali rischiano l’estinzione. Dobbiamo quindi mettere in sicurezza ciò che rimane e rimboccarci le maniche per ricostruire per quanto possibile quello che abbiamo distrutto. Ci vorranno decenni ma si deve iniziare ora. Consapevoli di questa sfida, le Nazioni Unite hanno deciso di dedicare questo decennio (2020-2030) proprio all’ “Ecosystem Restoration”. In sintesi, dobbiamo azzerare le perdite di altri ecosistemi, iniziare a ricostruire quelli danneggiati e stabilizzare il clima. Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli.
Quanto è importante l’impegno delle imprese per contribuire a uno sviluppo sempre più sostenibile?
Le aziende sono un soggetto strategico in una scacchiera composta da diversi attori. Le imprese hanno un rapporto privilegiato con i consumatori e possono veicolare messaggi importanti. Inoltre, possono creare una competizione “positiva” con altre aziende e a volte possono influire anche sulle politiche dei governi. Ci sono aziende ad esempio che offrono il loro contributo nell’educazione dei giovani. In questo ambito si inserisce la nostra collaborazione con Sofidel, che dura da anni, per il mondo della scuola. Un programma educativo dedicato ai temi dell’acqua, del cambiamento climatico e delle foreste che dimostra anche quanto sia importante la collaborazione tra imprese e organizzazioni non profit.
*Isabella Pratesi – Direttore del programma di conservazione WWF Laureata in Scienze naturali, dirige il programma di conservazione del WWF Italia. La principale attività è la gestione di progetti e programmi finalizzati alla conservazione della biodiversità in Italia e nel mondo. Da sempre cerca di coniugare le battaglie per proteggere una natura vicina e quotidiana, con quelle in difesa dei luoghi cruciali del Pianeta come l’Amazzonia, il Bacino del Congo, le barriere coralline. Scrive libri e dossier sui temi della natura, partecipa a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, cura blog e, più in generale, sfrutta tutte le occasioni per delineare l’urgenza di agire immediatamente per dare un futuro alla biodiversità del nostro Pianeta.